PERCHÈ FESTEGGIARE IL PANE DI GELA?


Il legame con il sacro

La tradizione di un sapore unico

Il Pane di Gela, autentico simbolo di identità gastronomica e ritualità religiosa, racconta una storia millenaria il cui filo conduttore è il legame indissolubile tra divinità e cibo. Quando i coloni da Rodi e Creta portarono nella piana gelese non solo tecniche agricole, ma anche riti e simboli profondamente legati alla dea Demetra, divinità delle messi e della fertilità. 

Nella religiosità greca, il pane era molto più di un alimento: era un’offerta sacra, simbolo del patto tra l’uomo e la natura divinizzata. Nei templi dedicati a Demetra, era consuetudine offrire solo pane e dolci a base di grano. Il valore attribuito al grano e alla sua trasformazione era così alto che Demetra stessa era considerata l’iniziatrice dell’arte della panificazione. In questo contesto culturale nasce l’archetipo del Syncomitos, pane greco rotondo, spesso decorato con semi di sesamo, che rappresenta il più diretto predecessore del Pane di Gela. A Gela, l’intreccio tra il pane e il sacro si rinnova con la devozione a San Giuseppe, patrono dei lavoratori, della famiglia e protettore dei più deboli. Le tavolate di San Giuseppe, altari popolari riccamente decorati, diventano vere e proprie opere d’arte ispirate dal sacro, in cui il pane è protagonista assoluto. È un gesto che richiama le antiche offerte a Demetra, ma riletto alla luce della fede cristiana come atto di carità e devozione. Le tavolate si aprono a tutti, in particolare ai bisognosi, ai bambini, agli anziani: un vero e proprio rito comunitario in cui il pane diventa veicolo di solidarietà.


A Gela, l’intreccio tra divinità, pane e popolo, ha trovato una delle sue espressioni più pure nella lavorazione del pane. Nonostante le sue recenti evoluzioni, la preparazione del Pane Gelese segue ancora i ritmi lenti del passato, una liturgia laica di cui il panificatore è il sacerdote. I passaggi sono i seguenti: 


1. Scelta della farina


Il Pane di Gela si prepara con semola rimacinata di grano duro, spesso da grani antichi siciliani come Russello, Tumminìa, Perciasacchi, noti per il loro alto valore nutrizionale e aromatico.


2. Impasto diretto


Si utilizza il metodo diretto, ovvero tutti gli ingredienti vengono impastati in un’unica fase. Ingredienti base:


  • semola rimacinata di grano duro

  • acqua

  • sale

  • lievito (tradizionalmente pasta madre, ma può essere anche lievito di birra)


L’impasto viene lavorato fino a ottenere una consistenza elastica e liscia.


3. Prima lievitazione


L’impasto riposa coperto a temperatura ambiente per circa 6-7 ore. Questo tempo permette lo sviluppo del glutine e una fermentazione naturale che conferisce al pane profumo e digeribilità.


4. Formatura


Dopo la lievitazione, l’impasto viene spezzato e modellato in forme tonde, spesso grandi.
La superficie può essere:


  • liscia

  • cosparsa di semi di sesamo (caratteristica distintiva che richiama il Syncomitos greco)


5. Seconda lievitazione


Le forme vengono fatte riposare ancora 1-2 ore, coperte da teli, per consentire un’ultima lievitazione prima della cottura.


6. Cottura in forno a legna


Tradizionalmente, il Pane di Gela viene cotto in forno a legna, preriscaldato a temperatura molto alta (300–350 °C), poi abbassata durante la cottura. Il pane cuoce per circa 45-60 minuti.


7. Raffreddamento e riposo


Dopo la cottura, il pane viene lasciato raffreddare su graticci di legno, in modo che la crosta respiri e la mollica si stabilizzi fino ad ottenere un gusto è profondo e persistente, con note tostate che derivano dalla cottura nel forno a legna e dalle farine rustiche non eccessivamente raffinate.

La festa

@festadelpanedigela

Festa del Pane di Gela

@festadelpanedigela

La festa

Festa del Pane di Gela

“U signuri in desi u pani, e niatri ci facemmu a festa”

1 - COS’È LA FESTA DEL PANE DI GELA?

Protagonista assoluto saranno i panificatori e il pane gelese,  preparato secondo metodi tradizionali, ma l’evento ospiterà anche stand di viticoltori, produttori di pasta biologica e produttori di condimenti tipici della gastronomia siciliana: vini locali, birre artigianali siciliane, olio d’oliva, conserve e condimenti tipici.

Ci sarà musica dal vivo, animazione per bambini e un museo dell’agricoltura e della panificazione allestito nell’androne del palazzo municipale. 

Un’occasione imperdibile per riscoprire il gusto autentico della nostra terra e condividere la bellezza della tradizione in uno scenario unico, vista mare.

2 - PERC FESTEGGIARE IL PANE DI GELA?


2.1 - Il legame con il sacro

Il Pane di Gela, autentico simbolo di identità gastronomica e ritualità religiosa, racconta una storia millenaria il cui filo conduttore è il legame indissolubile tra divinità e cibo. 

Quando i coloni da Rodi e Creta portarono nella piana gelese non solo tecniche agricole, ma anche riti e simboli profondamente legati alla dea Demetra, divinità delle messi e della fertilità. 

Nella religiosità greca, il pane era molto più di un alimento: era un’offerta sacra, simbolo del patto tra l’uomo e la natura divinizzata. Nei templi dedicati a Demetra, era consuetudine offrire solo pane e dolci a base di grano.

Il valore attribuito al grano e alla sua trasformazione era così alto che Demetra stessa era considerata l’iniziatrice dell’arte della panificazione. In questo contesto culturale nasce l’archetipo del Syncomitos, pane greco rotondo, spesso decorato con semi di sesamo, che rappresenta il più diretto predecessore del Pane di Gela. 

A Gela, l’intreccio tra il pane e il sacro si rinnova con la devozione a San Giuseppe, patrono dei lavoratori, della famiglia e protettore dei più deboli. 

Le tavolate di San Giuseppe, altari popolari riccamente decorati, diventano vere e proprie opere d’arte ispirate dal sacro, in cui il pane è protagonista assoluto.

È un gesto che richiama le antiche offerte a Demetra, ma riletto alla luce della fede cristiana come atto di carità e devozione. Le tavolate si aprono a tutti, in particolare ai bisognosi, ai bambini, agli anziani: un vero e proprio rito comunitario in cui il pane diventa veicolo di solidarietà.

2.2 - La tradizione di un sapore unico

A Gela, l’intreccio tra divinità, pane e popolo,  ha trovato una delle sue espressioni più pure nella lavorazione del pane.

Nonostante le sue recenti evoluzioni, la preparazione del Pane Gelese segue ancora i ritmi lenti del passato, una liturgia laica di cui il panificatore è il sacerdote: 

I passaggi sono i seguenti: 

Scelta della farina

Il Pane di Gela si prepara con semola rimacinata di grano duro, spesso da grani antichi siciliani come Russello, Tumminìa, Perciasacchi, noti per il loro alto valore nutrizionale e aromatico.

Impasto diretto

Si utilizza il metodo diretto, ovvero tutti gli ingredienti vengono impastati in un’unica fase.
Ingredienti base:

  • semola rimacinata di grano duro

  • acqua

  • sale

  • lievito (tradizionalmente pasta madre, ma può essere anche lievito di birra)

L’impasto viene lavorato fino a ottenere una consistenza elastica e liscia.

Prima lievitazione

L’impasto riposa coperto a temperatura ambiente per circa 6-7 ore. Questo tempo permette lo sviluppo del glutine e una fermentazione naturale che conferisce al pane profumo e digeribilità.

Formatura

Dopo la lievitazione, l’impasto viene spezzato e modellato in forme tonde, spesso grandi.
La superficie può essere:

  • liscia

  • cosparsa di semi di sesamo (caratteristica distintiva che richiama il Syncomitos greco)

Seconda lievitazione

Le forme vengono fatte riposare ancora 1-2 ore, coperte da teli, per consentire un’ultima lievitazione prima della cottura.

Cottura in forno a legna

Tradizionalmente, il Pane di Gela viene cotto in forno a legna, preriscaldato a temperatura molto alta (300–350 °C), poi abbassata durante la cottura.
Il pane cuoce per circa 45-60 minuti.

Raffreddamento e riposo

Dopo la cottura, il pane viene lasciato raffreddare su graticci di legno, in modo che la crosta respiri e la mollica si stabilizzi.

Fino ad ottenere un gusto è profondo e persistente, con note tostate che derivano dalla cottura nel forno a legna e dalle farine rustiche non eccessivamente raffinate.